L’ULTIMO GIRO DEL CIELO
Secondo romanzo dell‘autore, in cui le vicende dei protagonisti mantengono sempre uno stretto legame con quelle storiche. Un libro “contemporaneo”, che si snoda lungo i vent‘anni che hanno dato il volto al mondo in cui oggi viviamo.
Cos‘hanno in comune un diciannovenne, appena diplomato, che si gode scampoli d‘estate, nel 1990 dei mondiali di calcio in Italia, e un quarantenne, chiamato da tutti «Il Ragazzo», che si muove con aria trasognata nelle atmosfere di un inoltrato autunno dei primi anni Dieci del Duemila? Entrambi, con lo stesso batticuore adolescenziale, inseguono una «Lei», diventata il baricentro delle loro esistenze. Passo dopo passo, superando incertezze e tentennamenti, il lieto fine sembra a portata di mano, finché una drammatica svolta, nella sera che dovrebbe ripagare tutte le attese, inizia a svelare un incrocio di destini.
Tra Milano e la Puglia delle radici, con rapidi cambi di scena e la colonna sonora di indimenticabili canzoni, si tesse una trama sottile che coinvolge anche un Paese appena «al di là del mare», reso ancora più vicino dalle burrasche della storia. Da qui un giorno è partita avventurosamente, insieme a tanti altri, una ragazza bellissima e ingenua, già sola al mondo, fuggendo da aguzzini travestiti da benefattori e inseguendo un sogno di romantiche fantasie e luccicanti immagini televisive. Approderà, dopo un viaggio tormentato, sulla riva opposta dell‘Adriatico, come una splendida Venere bagnata e indifesa.
Le vicende scorrono lungo un ventennio, scosso da nuovi e inattesi pericoli e sorpreso da impetuosi movimenti di popoli, in cui è cambiato radicalmente il nostro modo di comunicare. Su un tempo che balza avanti e indietro, proprio come le onde, incombe una strana «profezia», che ha fatto irruzione quasi per gioco in una spensierata serata prenatalizia tra amici, riportando a galla fantasmi lontani: «L‘ultimo giro del cielo».
Cosa accadrà ai protagonisti? La risposta è in un romanzo in cui il passato e il presente, la morte e la vita, le tragedie personali e quelle collettive si intrecciano e si confondono fino a sembrare una cosa sola. E l‘unica salvezza dall‘«inferno degli uomini» è la forza inesauribile dell‘amore.
“Era stato quasi un anno prima, una bella serata a Brera, sotto Natale, quando le luminarie danno un‘aria ancora più surreale a quell‘angolo incantato della città. Una pizzata per farsi gli auguri e poi una bella passeggiata tra le viuzze. La luna quasi piena in cielo, una serata limpida e non troppo fredda, gradevole. A buttarla lì era stata Grazia, con quell‘aria da eterna adolescente curiosa che vuole sempre sperimentarle tutte. «Ci facciamo leggere le carte?»”
“Vita, benedetta vita, forse siamo al mondo solo per sentire questo batticuore. Mondo, benedetto mondo, perché a questo mondo, dopo millenni e millenni, c‘è Lei. In questo mondo che è stato, nei milioni di anni, una landa desolata e muta. E adesso è un tripudio di bellezza e di luce. Per Lei. Ecco perché è stato creato un giorno l‘universo.”
“Ti infili in quella folla sterminata, sembra la scena di un film. Uno di quei film che si vedono alla televisione, la televisione italiana. Ed è quella l‘unica cosa che veramente hai capito. Italia. Quella nave va in Italia. Non è come avevi sempre sognato, assomiglia a un incubo, è un incubo. Ma è l‘unica cosa che puoi fare adesso. Quella nave va in Italia. E ora, tra migliaia e migliaia di anime in pena, ci sei anche tu.”