Antonio Maldera è nato a Milano nel 1971.
Si è laureato in lettere moderne, orientamento storico, presso l’Università degli Studi di Milano e ha conseguito un attestato di perfezionamento universitario in critica letteraria e artistica presso l’Università Cattolica del capoluogo lombardo.
Ha pubblicato sulla rivista «Il Risorgimento» un articolo legato all’argomento della sua tesi di laurea e intitolato Il “prezioso deposito”: l’infanzia e le relazioni familiari nella produzione religiosa del Settecento.
I libri hanno un ruolo centrale nella sua vita, a partire dalla sua attività professionale: da anni, infatti, lavora nel campo dell’editoria, contribuendo a vario titolo alla realizzazione di opere.
Nella sua formazione sono stati fondamentali i classici e i grandi romanzi dell’Ottocento e del Novecento.
Molto apprezzati anche i saggi, attualmente soprattutto quelli di argomento religioso.
L’interesse per la scrittura, amata da sempre, cresce col passare del tempo.
Anticipato dalla partecipazione a qualche antologia, il primo libro arriva nel 2000: una piccola raccolta di poesie.
Qualche anno più tardi, in un momento di profonde riflessioni e intense sollecitazioni emotive, emerge la passione per la narrativa, con la stesura dei primi racconti. In quel periodo si creano le premesse per la raccolta pubblicata all’inizio del 2008, cui ne seguirà una seconda, decisamente più ampia, nel 2010.
Parallelamente alle raccolte di racconti, si sviluppa il progetto, orientato su tempi più lunghi, del primo romanzo.
La narrativa, quindi, si impone sempre più come il genere privilegiato, anche se la poesia, coltivata fin dai tempi del liceo, non viene del tutto abbandonata.
Le sue storie e i suoi personaggi si muovono tra sogno e realtà. Quest’ultima, a volte, è presentata anche nei suoi aspetti più duri, ma sempre con una prospettiva di riscatto, in primo luogo spirituale e morale.
L’ispirazione si presenta quasi sempre inattesa, ma si rende poi necessario un lavoro, spesso anche lungo, di rielaborazione e rifinitura, portato avanti attraverso un continuo confronto con la sorella Anna Chiara, sua prima lettrice, che si è occupata della revisione redazionale di tutte le opere fin pubblicate finora.
La passione resta intatta negli anni, ma la scrittura cambia con noi. Cambiano, almeno in parte, quelle che definirei le priorità, le urgenze, i temi sentiti con più forza. Col tempo avverto sempre più la necessità di concentrarmi sul senso della nostra esistenza su cui l’uomo da sempre si interroga, sulla fede e sulle tematiche spirituali, sul bisogno di recuperare le nostre radici, le certezze morali che abbiamo svenduto per “un piatto di lenticchie”, di ricostruire, nel clima di confusione, di manipolazione della verità, di smantellamento di tutti i riferimenti, in cui siamo immersi ormai da molti decenni, un patrimonio di valori solidi e sicuri, i soli che possono garantire un futuro degno a ogni persona, alle famiglie, all’umanità.